Il Palazzo Suona
Da Gluck a Schubert

La Sala delle Madonne con Bambino, con la Madonna di palazzo Medici-Riccardi, capolavoro di Filippo Lippi dipinto ormai nel crepuscolo della sua vita. Il luogo è senz’altro adatto a far echeggiare la bellezza di un programma musicale dalla formazione intima e dall’animo spirituale; ha un’acustica che si conviene al limpido canto nel registro maschile di controtenore, accompagnato dal pianoforte sulle note alternanti l’Orfeo ed Euridice di Gluck, la musica strumentale e operistica di Mozart, il Preludio e fuga in Do maggiore di Bach, l’Ave Maria di Franz Schubert e alcune famose arie di Rossini dal Tancredi, La Donna del Lago e La gazza ladra.

Madonna di palazzo Medici-Riccardi

La Sala delle Madonne con Bambino, con la Madonna di palazzo Medici-Riccardi, capolavoro di Filippo Lippi dipinto ormai nel crepuscolo della sua vita. Il luogo è senz’altro adatto a far echeggiare la bellezza di un programma musicale dalla formazione intima e dall’animo spirituale; ha un’acustica che si conviene al limpido canto nel registro maschile di controtenore, accompagnato dal pianoforte sulle note alternanti l’Orfeo ed Euridice di Gluck, la musica strumentale e operistica di Mozart, il Preludio e fuga in Do maggiore di Bach, l’Ave Maria di Franz Schubert e alcune famose arie di Rossini dal Tancredi, La Donna del Lago e La gazza ladra.

Finché avrò spirto, e vita,
a te, signor lo giuro,
per la sua libertà, per la sua gloria
combatterò.
Farnace – Scena Dodicesima, Atto Terzo, dal Mitridate Re di Ponto di Mozart

Sono musiche legate a filo rosso tra loro dal comune concetto della spiritualità. Si pensi al celeberrimo preludio di Bach, da cui lo stesso Gounod, in piena metà dell’Ottocento, trarrà ispirazione (e citazione) per la sua opera più famosa: l’Ave Maria del 1859, la cui melodia lirica è pensata proprio sovrapposta alla composizione bachiana. Gounot non avrebbe mai intrapreso la carriera di compositore se non avesse assistito, giovanissimo, alla rappresentazione di due opere con la madre. Guarda caso opere di Rossini e Mozart. Non avrebbe avuto la rivoluzione interiore che lo ha portato alla composizione delle sue migliori opere sacre se non avesse mai ascoltato Bach. Musiche legate tra loro.

Il controtenore (da contratenur, ruolo nato con la prima polifonia medievale intendendo il ruolo che canta i registri medio-alti, di contrasto al tenor) accoglie in sé i ruoli femminili del contralto e del mezzosoprano. In Rossini diventa paradigma dello stile belcantistico più complesso, da quello semiserio di Pippo (la gazza ladra), passando per la tragica, sofferente umanità e spiritualità di Tancredi, giungendo fino all’eroico iconico innamorato della bella Elena, Malcolm Graeme. 

Tra l’altro, giusto per ribadire il concetto del legame musicale,
The Lady of the Lake di Sir Walter Scott del 1810, opera letteraria da cui è tratta La Donna del Lago di Rossini, è anche la diretta ispirazione dell’Ave Maria di Schubert, inizialmente chiamata Ellens dritter Gesang: terza canzone di Ellen (l’Elena dell’opera rossiniana appunto). Terzo dei sette lieder tradotti in tedesco e tratti dallo stesso poema epico dello scrittore scozzese.

Palazzo Suona - Da Gluck a Schubert

E Mozart? E Gluck? Mitridate: opera seria in tre atti tratta dalla traduzione italiana di Vittorio Parini della tragedia di Racine. Personaggi che sono antieroi, in balìa della passioni più primitive e torbide, travolti da insanabili conflitti interiori, perennemente colpiti da una sorta di hýbris moderna, ma degni di un riscatto finale. Nella poetica del drammaturgo francese questo avviene solo tramite la grazia divina, ma in Mozart anche grazie alla musica. Farnace, principe di Ponto, innamorato della promessa sposa del padre, rivale politico e in amore del suo stesso fratello Sifare, anch’esso innamorato della futura matrigna Aspasia. Degno del miglior Beautiful direte voi. Ma non è finita. La fiera figlia del Re dei Parti, Ismene, ama Farnace. Ma non appena ne subisce il rifiuto ufficiale, tramuta il suo amore in vendetta, pianificando la rovina di Farnace. Altri innumerevoli colpi di scena dopo e il tutto si risolverà con la rinnovata fedeltà dei figli verso il padre, l’amore di Aspasia verso Sifare, con la benedizione del re morente e uno straordinario coro di tutti, inneggiante alla libertà.

Orfeo. La dolcezza della musica, del canto che muove e commuove la morte stessa. Che vince, con la sua spiritualità e forza sovrannaturale, le barriere tra mondi opposti. Che illumina con la sua luce melodica il buio dell’oltretomba. E’ sempre la solita vecchia storia: omnia vincit amor.

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