IVAN VANDOR
Portrait: Linee d’orizzonte - VDM Records
- In penombra (2001)
Renzo Pelli, Edoardo Rosadini, Alice Gabbiani - Schwebende Sterne (1995)
Keiko Morikawa, Renzo Pelli, Andrea Secchi, Alice Gabbiani - In Memoriam Tadeusz Moll (2007)
Renzo Pelli, Carlo Failli, Leonardo Consoli, Duccio Ceccanti, Paolo Lambard, Edoardo Rosadini, Alice Gabbiani - Im Kristallbecken (2009)
Keiko Morikawa, Yael Ranaa-Vandor, Duccio Ceccanti, Paolo Lambard, Edoardo Rosadini, Alice Gabbiani - Linee d’orizzionte (2003)
Carlo Failli, Andrea Secchi, Duccio Ceccanti, Alice Gabbiani - Canzone di addio (1966)
Yael Ranaan-Vandor, Renzo Pelli, Andrea Secchi, Vladimiro Buzi, Maurizio Benomar e Edoardo Rosadini - Epistolario incrociato (2004)
Renzo Pelli, Carlo Failli, Andrea Secchi, Duccio Ceccanti, Paolo Lambard, Edoardo Rosadini e Alice Gabbiani
Contempoartensemble
Mauro Ceccanti, direttore
soprano, Keiko Morikawa
contralto, Yael Raanan-Vandor

Ivan Vandor: Linee d’orizzonte
Ivan Vandor, Mauro Ceccanti
2010, VDM Records
© Edizioni Suvini Zerboni-SugarMusic S.p.A.
"Si direbbe che questa musica quasi rituale accolga in sé anche motivazioni o suggestioni grafiche"
“Un fascio di liriche (con, o senza voce) si estende, in questo disco, a punteggiare la carriera di Ivan Vandor: da una prova già lontana (1967), Canzone di addio su testo del monaco buddista Rihaku nella versione di Ezra Pound, attraverso due complaintes: Epistolario Incrociato (2004) (alla memoria di Francesco Pennisi) e In memoriam Tadeusz Moll (2007) […] Si direbbe che questa musica quasi rituale accolga in sé anche motivazioni o suggestioni grafiche – pensiamo all’idea di tocco nella pittura: qualcosa che è meno evidente delle maniere tradizionali (punti, linee, colature) qui anche ridotte, quantitativamente, per acquisire un’intensità segnica che è anche più fonda. […] L’attenzione che tal musica richiede all’ascoltatore è senz’altro estrema: per cogliere l’individualità degli istanti e, pressochè magicamente, l’insorgente fraìcheur de crépuscule.” Mario Bortolotto
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Ivan Vandor è nato a Pécs in Ungheria il 13 ottobre 1932 e nel 1938 si è trasferito in Italia con la famiglia. A sei anni ha cominciato a studiare il violino, a otto il pianoforte e la composizione; dai 16 ai 20 è stato sassofonista di jazz. Ha poi ripreso lo studio della composizione con Guido Turchi e poi con Goffredo Petrassi al Conservatorio e all’Accademia di S. Cecilia, diplomandosi rispettivamente nel 1959 e nel 1962, dopo aver studiato un anno a Parigi con Max Deutsch, l’allievo di Schönberg. Per mantenersi ha continuato a suonare e ha composto musiche da film (Petri, Antonioni,Questi) oltre ad aiutare altri a scrivere. Ha vinto premi internazionali di composizione, è stato membro dei gruppi di improvvisazione “Nuova Consonanza” e “Musica elettronica viva” (MEV); ha ottenuto una Laurea in etnomusicologia all’Università della California di Los Angeles (Ucla); ha svolto ricerche sulla musica del buddismo tibetano presso l’Istituto Internazionale di Studi Musicali comparati a Berlino, all’epoca ovest (1974-83); ha fondato la Scuola Interculturale di Musica di Venezia e dal suo ritorno in Italia nel 1983, ha insegnato composizione nei conservatori di Bologna e di S. Cecilia.
Ivan VandorPécs, 13 ottobre 1932 – Giove, 15 novembre 2020 -
Liriche con o senza voce abbracciano, in un arco di ben quarantatre anni (dal 1966 al 2009), le opere contenute in questa registrazione effettuata a cura della Produzione Radio Rai di Roma nel febbraio 2010 e di cui Ivan Vandor firma anche la copertina (aquarello 1964).
L’interpretazione delle pagine di Ivan Vandor contenute in questo disco sono affidate al Contempoartensemble diretto da Mauro Ceccanti e composto dai musicisti Renzo Pelli (flauti), Carlo Failli (clarinetti), Leonardo Consoli (corno), Andrea Secchi (pianoforte), Maurizio Benomar (percussioni), Duccio Ceccanti (violino), Paolo Lambard (violino), Edoardo Rosadini (viola), Alice Gabbiani (violoncello) e Vladimiro Buzi (mandolino) a cui si affiancano le voci di Keiko Morikawa (soprano) e Yael Ranaan-Vandor (contralto).Argonline.itPaolo Tarsi